Oltre gli pneumatici: il raffinato museo d'arte Pirelli
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Oltre gli pneumatici: il raffinato museo d'arte Pirelli

Jul 29, 2023

La vasta Galleria milanese di Pirelli è un tempio dell'audace arte contemporanea

Catherine McCormack

Nell'espansione urbana a nord di Milano, lontano dal bagliore gotico del Duomo e dalle folle di Santa Maria delle Grazie che vibrano per 15 minuti ascoltando l'affresco dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, si trova un quartiere che un tempo era il cuore pulsante di produzione nel Nord Italia.

In Bicocca, decenni di declino industriale seguiti da decenni di rigenerazione sostenuta hanno sostituito il paesaggio di vecchie fabbriche e impianti manifatturieri con centri di cultura e conoscenza. Tra questi ci sono l’Università Milano-Bicocca, il teatro degli Arcimboldi, sede di musica, e lo spazio d’arte contemporanea no-profit Pirelli HangarBicocca – un’ex fabbrica di locomotive che vanta 15.000 metri quadrati di spazi espositivi e per spettacoli, riconvertita dalla Fondazione Pirelli nel 2004.

Qui, in una fresca mattina primaverile, il vento fischia attraverso le tende a rete sovrapposte sulle porte laterali aperte delle Navate, uno dei tre spazi di installazione su larga scala. Raggi diagonali di luce solare perforano l'abisso nero e grigio del vasto hangar industriale, riecheggiando la struttura delle travi di ferro portanti. Tre gigantesche altalene sospese ondeggiano nello spazio cavernoso, mentre una manciata di ciottoli verde-grigi scricchiolano e si disperdono sotto i piedi.

La retrospettiva poetica Grand Bal dell'artista belga Ann Veronica Janssens è una mostra che abbraccia tutta la sua carriera e si confronta con molte delle preoccupazioni di lunga data dell'artista per la luce, il colore, la nebbia e la percezione, che utilizza sia come materiale che come soggetto delle sue opere. indagini filosofiche e fenomenologiche. Spesso legato al movimento Light and Space dell'arte concettuale degli anni '60, incentrato sulla partecipazione e sulla percezione del pubblico, Janssens – nato a Folkestone nel 1956 – è interessato principalmente alle qualità effimere, scultoree e illusorie della luce e ai processi della percezione umana. Come spiega la curatrice Roberta Taconi, la mostra è uno spaccato di "40 anni di prove e sperimentazioni".

Janssens è un artista che è meno interessato allo status fisso e al valore dell'opera d'arte che al tipo di sottili interazioni che mette in moto. Si tratta di opere che richiedono l'animazione sia dello spettatore che, talvolta, dell'ambiente fluttuante, con questa interazione sensibile tanto tra le opere d'arte concettuale quanto tra gli oggetti e le installazioni presenti nella mostra stessa. Al centro della stanza un gigantesco foglio di lamina a specchio chiamato Sezione Aurea si increspa nella brezza in arrivo, torcendosi e sbattendo in forme e motivi inaspettati, a un certo punto impennandosi per assomigliare alla coda squamosa di un drago gigante, per poi ricadere giù di nuovo. e riconfigurarsi come qualcosa che ricorda una lente acquosa che riflette la superficie della luna, o un primo piano di tessuto corporeo al microscopio.

Spesso lavorando direttamente con l'architettura site-specific degli spazi espositivi, all'HangarBicocca l'artista ha spiegato come avrebbe voluto "spegnere la luce artificiale e lasciare entrare la realtà della città". Di conseguenza, l’esperienza della mostra è sempre in continuo mutamento e mutevole in base ai cambiamenti della stagione, dell’atmosfera e degli orari della giornata.

Altre opere assumono un aspetto più fisso e minimalista, come le vetrine di vetro riempite di olio di paraffina che riflettono illusori prismi solidi di colore, o gli strati di lastre di vetro che sembrano emettere un bagliore di neon colorato ai loro bordi. Una grande scatola concava dipinta di bianco e chiamata L'espace infini diventa una distesa di bianco travolgente che eclissa l'intero campo visivo dello spettatore con un vuoto sublime, mettendo in discussione le nostre facoltà di vista e percezione.

Altrove, una sequenza di fasci di luce si intersecano in una stanza di nebbia artificiale per creare l’illusione di una stella scolpita che esplode dal muro. Janssens è interessato ad attirare la nostra attenzione sull'inaspettato, su come una grande trave di acciaio lucidata a specchio si trasforma da un oggetto spesso associato a forza e solidità in qualcosa di stranamente liquido e inaspettatamente vulnerabile, estremamente sensibile alla ruggine.