Acque danzanti: Rita Blitt al Mulvane Art Museum
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Acque danzanti: Rita Blitt al Mulvane Art Museum

Jul 16, 2023

Di Sam Ben-Meir

TOPEKA, Kansas - Dancing Waters è una nuova mostra al Mulvane Art Museum di Topeka, curata dalla direttrice del museo Connie Gibbons, e presenta il lavoro di Rita Blitt, che crea arte in modo coerente e diligente da oltre sessant'anni. In quel periodo, Blitt ha creato un corpus di opere di immensa ampiezza e portata, che comprende migliaia di disegni e dipinti, nonché sculture, dal monumentale all'intimo, e persino film. L'attuale mostra attinge alla vasta collezione permanente di Mulvane per offrire agli spettatori un apprezzamento sinottico di questo prodigioso e sottoesposto artista americano.

La danza implica movimento; e nel lavoro di Rita Blitt la qualità incarnata e performativa del tracciare la linea è una componente essenziale. L'aspetto tersicoreo dell'arte di Blitt è irriducibile alla tecnica o allo stile: è essenziale sia per il modo in cui lavora, sia, cosa più importante, per il modo in cui i suoi dipinti e le sue sculture agiscono su di noi. Il movimento salato dell'acqua si realizza nella sua pennellata espansiva, delimitante e fluida. Per Blitt, l’acqua non è semplicemente il composto chimico inorganico, ma è essenzialmente elementare, la viscosità del mondo naturale – è vivente e in movimento – e il suo impegno con l’acqua, questa materia primordiale, è un impegno, o meglio un abbraccio, di ciò che il filosofo Merleau-Ponty chiamerebbe la “carne del mondo”, sottolineando la nostra “connessione incarnata con gli spazi che abitiamo profondamente, primariamente, elementare”. La carne coinvolge non solo l'acqua e i suoi flussi, ma l'aria e i suoi respiri ventosi, la terra con le sue forme e vicissitudini, e il fuoco, luminoso e vivificante come il sole.

La mostra inizia con due dipinti di grandi dimensioni, Dancing Waters I (2001) e Dancing Waters III (2001), entrambi i quali costituiscono un'eccellente introduzione a questo artista consumatamente lirico ed espressivo. Costituiscono un buon punto di partenza perché Blitt è prima di tutto un maestro della linea e della linearità, come mostrano questi dipinti. Sono anche un esultante promemoria del fatto che Blitt è essenzialmente un artista affermativo, che generalmente preferisce dipingere la gioia estatica del mondo, piuttosto che il suo straniamento e dolore. Dipinti come questi sono in definitiva una visione della riconciliazione dell'umanità con il mondo interno ed esterno. La brillante fontana di vernice gialla che sgorga dal cuore di Dancing Waters I, è una conferma perfetta come un'altra del fatto che l'opera di Blitt occupa un mondo di godimento mozartiano.

Bermuda (1958) è il primo dei dipinti di Blitt in mostra. Ciò che troviamo qui, tra gli altri dipinti di questo periodo, è un interesse per il rapporto formale tra le forme, che col tempo sarebbe stato trasferito nella sua scultura monumentale. Sul lato sinistro, un oggetto triangolare ben definito, presumibilmente una barca di qualche tipo, sporge fuori dall'acqua con un angolo di 45 gradi. A questo si contrappone un oggetto semirettangolare, la cui forma si ripete in un edificio che si erge sullo sfondo tropicale. Sul lato destro si possono chiaramente discernere gli audaci tratti espressionistici che avrebbero finito per dominare le sue astrazioni lineari. Blitt è riuscito a coniugare con successo, in modo particolarmente sorprendente, questo intenso rispetto per la forma con la gestualità energica e sfrenata dello spruzzo bianco. Ci ricorda l'osservazione di Clement Greenberg secondo cui ogni dipinto finito è, in effetti, "il risultato della riuscita risoluzione di una difficile lotta".

Winds of Change (2004) e Celebrating Fall in Aspen (2003) sono esempi abbaglianti e su larga scala della pittura paesaggistica non naturalistica di Blitt. Esiste una certa somiglianza formale e strutturale tra i due dipinti, entrambi caratterizzati da una linea ondulata che si estende per l'intera lunghezza della tela. È una linea che si potrebbe essere tentati di considerare come una ripetizione del gesto fondativo della creazione: la separazione di ciò che è in alto da ciò che è in basso. Non è semplicemente una lunga linea voluttuosa, ma il filo che rende possibile il tessuto stesso di un paesaggio, che ci permette di abbracciare il paesaggio e di esserne abbracciati. Nei Venti del Cambiamento, ampi turbinii espressivi di viola, blu e grigio si librano sopra l'orizzonte. Blitt è un maestro nel lasciare che la pittura si faccia strada su tratti di tela. La sua vernice è abbastanza sottile qui (e in Dancing Waters III) da scorrere da sola in delicati filamenti. Non ha paura di permettere alla pittura di collaborare con la gravità e di produrre effetti paragonabili alla xilografia di Hiroshige, Sudden Shower over Shin-Ōhashi bridge e Atake (1920-1929 circa) inclusa nella mostra.